Dalla vigna alla cantina: il viaggio che dà vita al vino
Ogni anno, a Bugno Martino, il momento che segna davvero l’inizio della nuova annata non è in cantina, ma in vigna. È lì che tutto parte, tra i filari, sotto il sole di fine estate o tra le prime brezze di settembre.
La vendemmia non è solo un atto agricolo: è un gesto di ascolto. Si assaggiano gli acini, si osservano i grappoli, si annusano i profumi dell’uva. Ogni parcella racconta qualcosa di diverso e noi cerchiamo di capire quando è il momento giusto per iniziare il raccolto. Non esiste una data perfetta per tutti: esiste un equilibrio, fragile e prezioso, tra maturazione aromatica, zuccherina e polifenolica. E quando quell’equilibrio arriva, lo senti.
La raccolta è manuale, perché certe decisioni non si prendono guardando un numero, ma guardando negli occhi un grappolo. Così, cassetta dopo cassetta, l’uva passa dalle mani alla cantina: un viaggio breve, diretto, senza attese e senza scorciatoie.
Il cuore della fermentazione: i nostri lieviti indigeni
Tra i passaggi più importanti del nostro lavoro c’è la preparazione dei pied de cuve, i “pre-fermenti” creati con lieviti indigeni. Anche questo inizia dalla vigna: prima della vendemmia selezioniamo a mano i grappoli migliori, sani e maturi al punto giusto. Da lì nasce un piccolo mosto che fermenta spontaneamente e che useremo per avviare tutte le altre fermentazioni.
È una scelta precisa, identitaria: vogliamo che il vino parli del nostro territorio, delle sue microflora e del legame profondo tra terra e cantina. I lieviti indigeni sono più delicati e capricciosi dei lieviti selezionati, ma regalano profumi e sfumature che non potrebbero esistere altrimenti.
Fermentazioni lente e travasi attenti
Una volta iniziata la fermentazione, lasciamo che il tempo faccia la sua parte. Preferiamo fermentazioni lente e costanti, capaci di rispettare l’uva e di accompagnarne la trasformazione senza stress.
Terminata la fermentazione, il nostro intervento è minimo: lavoriamo solo con pochi travasi, eseguiti con grande attenzione. Niente filtrazioni aggressive, niente correzioni superflue. Solo piccoli gesti che aiutano il vino a chiarificarsi naturalmente, mantenendo intatti aromi, equilibrio e autenticità.
Dal grappolo alla voce del vino
Dalla vigna alla cantina non è un semplice trasferimento di uva: è il filo invisibile che unisce terra, lavoro e intenzione. Tutto ciò che accade dopo la vendemmia è il naturale proseguimento dei mesi precedenti: la qualità del vino nasce all’aperto, ma si afferma nel silenzio della cantina.
Ed è proprio in quel silenzio che ogni vino trova la sua voce.
Una voce che parla di materia viva, di scelte coerenti, di rispetto. Una voce che racconta ciò che siamo: una piccola realtà che crede nel valore dell’artigianalità, nei lieviti della propria terra e nel tempo necessario per far nascere qualcosa di buono.
“Dalla vigna alla cantina” è un viaggio breve, certo. Ma è anche il più importante.
Perché è il momento in cui l’uva smette di essere un frutto e inizia a diventare una storia da bere.